
Che cos’è la felicità? L’assenza di dolore, la soddisfazione dei propri bisogni o di quelli del nostro prossimo, l’amore corrisposto, la realizzazione dei propri progetti?E’ probabilmente tutto questo, e molto altro ancora.La fugace ed illusoria piccola vittoria nell’eterna battaglia che l’uomo, naturalmente teso alla perfezione, combatte contro l’universo che lo circonda, figlio del caos, regno dell’imperfezione. Eternamente perfettibile. Eternamente imperfetto.Così è il nostro vivere quotidiano, e quello delle persone che ci circondano.Sotto le maschere, sotto i vestiti, dietro le montagne di costruzione e di costrizione sociale e societaria che li soffocano ci sono semplicemente individui alla ricerca della felicità.Quella piccola parte di noi che è coriacemente rimasta pura, incontaminata, fanciulla.Quella parte che noi vogliamo tenere viva e vedere splendere in chi ancora costruzioni e costrizioni non ha: i bambini.E la felicità è illusoria e fugace, nel caos, nell’eternamente imperfetto. Una battaglia continua. Il mito di Sisifo. Perché l’uomo è eternamente teso ad una guerra che non può vincere e che deve ricominciare ogni volta da capo? Perché combattere una guerra che non avanza di un metro in trincea? A che serve lavorare per la felicità? È utopia!... ...un’idiozia... ...utopia...A che serve combattere?... ...ricominciare... ...A che serve l’utopia?"L’utopia è là nell’orizzonte. Mi avvicino di due passi e lei si distanzia di due passi. Cammino 10 passi e l’orizzonte corre 10 passi. Per tanto che cammini non la raggiungerò mai. A che serve l’utopia? Serve per questo: perché io non smetta mai di camminare."